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Wimbledon 2017, meravigliosamente Garbine Muguruza: analisi di un successo costruito alla perfezione

Garbine Muguruza - Foto Bruno Silverii

A 23 anni di distanza dall’ultimo trionfo di una spagnola a Wimbledon, Garbine Muguruza, superando in finale Venus Williams, conquista il suo primo titolo stagionale, nonché il suo secondo titolo in uno Slam in carriera.

La curiosità più grande è proprio quella relativa all’ultima vincitrice spagnola di oltre un ventennio fa: si tratta di Conchita Martinez che in questa edizione dello Slam londinese si trova a fare parte del team della Muguruza. Il capitano della squadra di Fed Cup ha sostituito per queste due settimane l’attuale coach della spagnola, Sam Sumyk, che si è dovuto assentare per motivi personali. La scelta di affidarsi a Conchita Martinez non è stata casuale: la spagnola, classe ’72, è stata vincitrice a Wimbledon nel 1994. I consigli alla sua giovane assistita, dunque, non saranno mancati e i risultati si sono visti, senza ombra di dubbio.

La Muguruza era uscita scarica, senza motivazioni, dal Roland Garros. Il suo pianto in conferenza stampa era sembrato l’inizio del declino di una giocatrice che, dopo avere raggiunto la gloria nell’edizione 2016 dell’Open di Francia, non era più stata in grado di mantenere un determinato livello di tennis. Tutta la fragilità della spagnola era venuta fuori nei giorni seguenti all’eliminazione dallo Slam parigino e occorreva una scossa, il prima possibile. Ora possiamo dire che una reazione c’è stata, e che reazione.

La tennista, classe ’93, ha surclassato le sue avversarie. La vittoria che le ha permesso di acquisire maggiore consapevolezza nei propri mezzi è stata quella ottenuta contro la Kerber, giocatrice ostica, dotata di grande potenza fisica. La Muguruza, in quel match, ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per conquistare il titolo a Londra. L’erba non è la superficie prediletta dalla spagnola, a causa della rapidità del gioco: costanza e potenza nei colpi, abbinati a un’invidiabile lucidità mentale hanno, però, fatto passare in secondo piano tutte le insidie che avrebbe potuto incontrare nel corso del torneo. La sua altezza poteva essere un problema, ma in queste due settimane ha funzionato tutto: la Muguruza ha giocato un tennis propositivo in tutti i suoi incontri, non ha sofferto i continui spostamenti laterali ai quali è stata costretta dal gioco delle sue avversarie e il suo ritmo di gara, troppo elevato anche per giocatrici come la Kerber e la stessa Venus Williams, ha portato i suoi frutti.

Non era facile ritrovare le giuste energie fisiche e mentali dopo la cocente eliminazione al Roland Garros, negli ottavi di finale, per mano delle Mladenovic. La Muguruza era uscita psicologicamente abbattuta dal torneo, ma con la sua forza di volontà e con il lavoro, soprattutto mentale, di Conchita Martinez si è presentata a Londra con i migliori propositi e i risultati non si sono fatti attendere. La giocatrice spagnola è tornata, dunque, a dire la sua in un circuito femminile sempre più avvincente e ricco di colpi di scena. Con questo successo raggiunge, infatti, la quinta posizione nella classifica generale. Ha compiuto un salto di dieci posizioni dall’inizio del torneo.

Tutti, però, si saranno fatti questa domanda: se la Muguruza avesse fallito anche a Wimbledon, quante difficoltà avrebbe incontrato nei prossimi tornei e, in generale, nel prosieguo della sua stagione? La nostra idea è quella che il suo finale di stagione avrebbe riservato più delusioni che successi, ma conoscendo la forza d’animo di questa tennista non avevamo grossi dubbi sul fatto che potesse ottenere un grande risultato a Wimbledon. L’essere seguita, proprio in questo Slam, da Conchita Martinez deve averle dato ancora più motivazioni.

Dalla prossima settimana la Muguruza occuperà, come abbiamo detto, la quinta posizione nel ranking WTA. Non abbiamo certezze, perché come in tutti gli sport l’imprevedibilità è padrona, ma possiamo fare una previsione: la spagnola darà filo da torcere a tutte le sue avversarie e farà in modo di riconquistare il suo migliore posizionamento nella classifica generale (la seconda posizione, ottenuta dopo il successo al Roland Garros), con la speranza di raggiungere la tanto agognata testa della classifica.

Garbine, nell’attesa, goditi questo meraviglioso e tanto meritato trionfo.

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