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Tennis, Camila Giorgi: “Non ho giocato male a Stoccarda. Roma? Vediamo…”

Camila Giorgi - Australian Open 2016 - Foto Bruno Silverii

Al termine di una partita dura contro la tedesca Annika Beck, in cui entrambe hanno mostrato un buon tennis ma la tedesca ha prevalso per 6-4 6-2, Camila Giorgi ha parlato alla stampa italiana presente al WTA Premier di Stoccarda mostrandosi nuovamente molto tranquilla e rilassata. Anche se non è riuscita a sfruttare l’occasione datale dal ripescaggio nel tabellone principale, la Giorgi non si è mostrata affranta, ma ha sottolineato come riesca a vedere le aree di miglioramento e quelle dove è già migliorata.

Ieri eri soddisfatta, oggi anche o sei un po’ amareggiata?
“Oggi è un po’ girata male, perché nei momenti importanti non ho giocato al meglio. Comunque mi sentivo giocare bene nell’ultimo periodo, anche se ovviamente sul cemento è diverso, quindi il mio obiettivo qui era quello di giocare più partite possibile e trovare il ritmo sulla terra. C’era anche un po’ di stanchezza, però soprattutto ci sono ancora tante cose da migliorare”.

Sei quindi contenta del tuo gioco?
“Secondo me oggi ho giocato abbastanza bene, però non sono stata molto brava a chiudere il punto nel momento giusto, però anche da questo posso imparare”.

Ieri parlavi della differenza tra il campo 1 e 2. Com’è giocare sul centrale?
“A dire il vero il campo gioca più o meno uguale sia all’uno che al due, però ovviamente il panorama è diverso”.

Ma entrare con la presentazione, le luci, il fumo…ti dà un po’ di carica?
“Sì, sì. Questo assolutamente, anche per questo il torneo è veramente bello”.

E cosa ci dici del megaschermo dietro ad uno dei due lati, dà fastidio?
“No, no, non dà per nulla fastidio, anzi, a malapena lo noti”.

In campo ti si vede sempre molto tranquilla, o comunque non fai trasparire emozioni, ma dentro di te come sei?
“A me non piace dimostrare le mie emozioni, sono fatta così anche fuori dal campo, non mi piace essere euforica, come nemmeno essere triste. Diciamo che io sono sempre normale ecco, però poi in campo è diverso, perché ti può salire la rabbia a volte perché sbagli certi punti, però è normale”.

E hai mai spaccato una racchetta?
“Eh sì (con tanto di risata, ndr), sia in partita che in allenamento. A volte ci vuole!”

Ieri dicevi che ti è un po’ indifferente chi hai di fronte, però oggi la Beck ti ha costretto a colpire molte più palle. Come mantieni la concentrazione quando lo scambio si allunga così tanto?
Su questa superficie penso che io non debba snaturare il mio gioco e cerco sempre di impostare il match come al solito, però ovviamente sto cercando di avere più pazienza e su questo ci sto lavorando”.

A proposito del fatto di voler essere più paziente, oggi tante volte lei ti costringeva a scambiare molto, soprattutto sulla diagonale del rovescio, e tu sembravi voler pazientare per la palla giusta, ma come fai a sapere qual è la palla giusta?
“È una questione d’istinto, diciamo che lo sento e mi viene al momento. A volte so che non è la palla giusta per cambiare, però io me lo sento e ci provo, così che può essere la scelta vincente. Però sì, vado molto ad istinto e a volte sbaglio per quello, però a me non piace seguire la logica, perché grazie a quello anche nei punti in difficoltà riesci a vincerli, mentre tenendo uno schema normale non è così”.

Ma quando entri in campo hai una tattica in testa o ti affidi solo all’istinto?
“No, no, qualcosa su cui pensare me la porto in campo, quello sì. Però poi da lì deve essere un gioco libero, ho solo millesimi di secondo per pensarci e so che se ho una palla un po’ più corta cerco sempre di entrare”.

Proprio per questo tu sei una giocatrice che i colpi spettacolari li fa sempre e il pubblico finisce sempre per supportarti, ti fa piacere?
“Mi fa molto piacere sapere che la gente mi fa il tifo, soprattutto se sono bambini. Però naturalmente in campo non ci faccio molto caso e non voglio dimostrarlo, però l’energia positiva si avverte”.

Da qui al Roland Garros cosa prevede la tua pianificazione?
“Andare a Praga e poi a Madrid… (sorride) poi vediamo”.

Billie Jane King disse che la pressione è un privilegio, cosa ne dici?
“Penso che sì, è vero, diciamo che in tutto devi avere un po’ di pressione per poter far bene, non solo nel tennis. Se hai un pochino di pressione anche in qualsiasi cosa riesci meglio, magari non è proprio la parola pressione, però un po’ di adrenalina serve in tutto quello che fai con passione”.

Rivivete tramite il pezzo allegato la cronaca del match tra Giorgi e Beck

Tennis, WTA Stoccarda: Camila Giorgi si arrende ad Annika Beck

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