Editoriali

Maria Sharapova, icona sportiva nonostante il doping

Maria Sharapova - Foto Ray Giubilo

Maria Sharapova divide e fa discutere. Che sia per questioni legate al tennis, al doping o a un nuovo fidanzato, la siberiana è costantemente sulla bocca di tutti, appassionati e non. Quanto accaduto in queste ore, però, deve far riflettere.

Riavvolgiamo il nastro di 24 ore: Maria Sharapova annuncia, tramite social network, il rientro alle competizioni nel torneo Wta di Stoccarda dopo 15 mesi di squalifica per doping. Il giorno successivo il torneo tedesco dichiara di aver venduto tutti i biglietti, in poche ore, per la giornata del 26 aprile, che vedrà l’esordio in Germania della russa. I posti a sedere nella Porsche Arena, per la cronaca, sono oltre 6000. Il conto alla rovescia per il ritorno in campo della Sharapova è ormai partito e le domande si sprecano. Come mai una giocatrice che, teoricamente, ha infranto pesantemente le regole, viene invitata da un torneo così prestigioso? Qui la risposta è molto semplice e si trova poche righe sopra, ma il dubbio sulla scelta etica del Porsche Tennis Grand Prix rimane. Per quale motivo la Sharapova non ha subito un calo di notorietà e di fan, ma rimane invece un’icona per una generazione di appassionati? In questo caso la risposta non è così scontata e bisogna prendere in considerazione più ipotesi.

Prima, però, è utile analizzare quanto accaduto nella prima settimana di gennaio, durante il torneo giovanile romano del Lemon Bowl. L’evento diretto da Paolo Verna ha visto in campo 1234 ragazzi, italiani e non, delle categorie under 8, 10, 12 e 14. Quando veniva chiesto alle giovani protagoniste a chi si ispirassero, la metà di loro ha risposto senza indugi: Maria Sharapova. “Mi piace il suo tennis” oppure “Amo il suo modo di stare in campo” erano le frasi più ricorrenti. E la parola “doping”, questa sconosciuta? Forse il doping nel tennis non è così considerato “decisivo” per una performance rispetto, ad esempio, a uno sport come il ciclismo?

I media non hanno forse spiegato nel dettaglio quando accaduto nella “querelle meldonium”? Probabile. Il doping nel tennis non è considerato così determinante? In parte potrebbe essere vero. Si vuole credere alla buona fede della Sharapova? Non è nostro compito esprimere un’opinione in merito, ma non possiamo non constatare come la russa, al contrario di altri atleti squalificati per aver commesso irregolarità legate al doping (che sia l’uso vero e proprio di un farmaco, il rifiuto a un test o una mancata reperibilità), non abbia subito danni reali dal punto di vista dell’immagine. Alcuni sponsor, è vero, sono fuggiti, ma altri sono rimasti ed altri ancora stanno battagliando per “sostenerla”. L’icona, sportiva e non, di Maria Sharapova, pare aver trovato ancora più forza.

Non è importante stabilire quale sia la verità rispetto al caso meldonium e alle giustificazioni della Sharapova. Non ci interessa capire se abbia assunto il farmaco per curarsi o per barare. Possibile, però, che vi siano più dubbi sulla “pulizia” di Rafael Nadal, mai trovato positivo, rispetto alla siberiana? I commenti sotto ai recenti post su Instagram o Facebook vedono un 90% di  parole entusiaste in merito al rientro a Stoccarda e solo un 10% (forse anche meno) storce la bocca e passa, in percentuale ancor minore, a parole pesanti. Ma come, nell’era dell’insulto libero sui social network, la Sharapova la fa franca così facilmente? (Nota: abbiamo seguito in tempo reale l’inserimento dei commenti, così da non perdere messaggi potenzialmente “moderati”).

La verità è che possiamo porci centinaia di domande, analizzare le dichiarazioni della Sharapova, alcune delle quali sembrano smentirsi a vicenda, e studiare il caso meldonium nel dettaglio, ma la fama della Sharapova e l’amore dei suoi fan non verranno mai scalfiti da tutto ciò. Maria Sharapova era ed è una delle più incredibili icone sportive degli ultimi quindici anni e, qualsiasi cosa accada, continuerà ad esserlo.

SportFace