Editoriali

Tania, un tuffo nella serenità. Il meglio viene alla fine

Tania Cagnotto - Rio 2016 - Foto Mezzelani/Gmt

Difficilmente sarebbe stato come quattro anni fa. Difficilmente si sarebbe coperta il viso con le mani, disperata, prima di scoppiare in lacrime. Era serena, Tania. E si vedeva. Londra un brutto ricordo, ma fondamentale e indispensabile per essere li’ a Rio, perche’ senza quel dolore e quella delusione un bronzo cosi’ non ci sarebbe stato. Che strano. Nel 2012 sembrava tutto finito e faceva male, ora finisce davvero e non potrebbe essere più bello. Tania Cagnotto ce l’ha fatta. Alla fine ha vinto lei, e più di una medaglia. Ha lavorato sulle sue paure, sui suoi pensieri più oscuri fino a domarli e ricacciarli indietro.

Quando l’abbiamo vista sul trampolino brasiliano prima del suo ultimo tuffo, l’ultimo davvero, abbiamo pensato: “E se arriva quarta un’altra volta?”. Poi il capolavoro, 81 punti e un sorriso che si apriva meraviglioso. Ecco, gia’ bastava e lo abbiamo capito. La Tania di Londra non c’era più: se ti aspetti una medaglia e possono ancora portartela via, non sorridi cosi’. Non stai a testa alta con tutta la serenita’ del mondo negli occhi. Lo ha confessato: “Lassu’ ho pensato solo che volevo fare il salto più bello che potevo. Volevo 80 punti e il mio record in una gara”. Non l’ennesimo tentativo di afferrare la medaglia. E forse il trucco e’ stato davvero spostare l’obiettivo, girare lo sguardo, mettere a fuoco un altro traguardo.

E’ vero, ad aiutarla (e parecchio) e’ servito l’argento nel sincro conquistato solo pochi giorni fa con Francesca Dallape’. Li’ Tania si e’ sbloccata, le lacrime di gioia l’hanno curata e sollevata, le hanno alleggerito l’anima e il futuro. Il più era fatto e da quel momento non sarebbe più stato un salto nel buio. Oggi Tania si e’ tuffata da sola ma con un piccolo paracadute, anche se il finale più amaro restava li’ in agguato. Pronto a rovinarle la festa. A cambiare tutto, a capovolgere la prospettiva, e’ arrivato pero’ quel sorriso incredibilmente spontaneo dopo un tuffo studiato, preparato e perfezionato, soprattutto in questi (altri) quattro anni di fatica e sacrifici. Poi si’, va beh, la canadese ci ha messo del suo. Ma Tania aveva gia’ vinto mettendoci il cuore più che la testa.

Quindi finisce qua, sul serio stavolta. Basta tuffi, basta allenamenti, basta con la tensione che a ogni gara ti consuma e ribalta lo stomaco peggio di un rovesciato-raggruppato-carpiato. Ora sara’ tutta un’altra storia e un’altra vita. Si comincia tra poco più di un mese: Tania si sposa, e se proprio deve esserci ansia… sara’ per l’abito bianco.

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