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Rio 2016, scherma. Errigo in lacrime: “Era l’età perfetta. Tokyo? Ora non mi interessa”

Arianna Errigo - Torino 2015 - Foto Alberta Pasin

DALL’INVIATO A RIO DE JANEIRO

Questa era l’età perfetta per fare bene, non sono più giovane. Se posso rifarmi tra quattro anni a Tokyo? Sicuramente ci voglio arrivare, ma ora forse è la cosa che mi interessa meno”. È in lacrime, Arianna Errigo. Non riesce, non può darsi pace per la sconfitta subita negli ottavi di finale della prova di fioretto all’Olimpiade di Rio de Janeiro contro la canadese Harvey.

Una sconfitta incredibile per la numero uno del ranking mondiale, tra l’altro in vantaggio 10-5 e in pieno controllo dell’assalto, finché non si è rotto qualcosa. “In realtà da stamattina non mi sentivo bene – ha raccontato la Errigo, trattenendo a stento le lacrime, nella zona mista della Carioca Arena – Non sono riuscita a gestire la tensione, cosa che sempre mi contraddistingue negli appuntamenti importanti. Già nel primo assalto non ho tirato libera, indipendentemente dal risultato. E poi contro la canadese appena c’è stato un momento di difficoltà, anche se stavo tirando bene, sono crollata”.

Difficile, a caldo, spiegare le ragioni della deblacle, ma la Errigo ci prova: “Mi è mancata la lucidità, mi sentivo distrutta: se penso che mi alleno un anno per questa gara e al primo assalto ho il fiatone e sono viola in faccia, vuol dire che ho sbagliato qualcosa. Cosa? Non lo so, difficile ora trovare la ragione. Forse, per come sono io, non ho fatto quanto basta ma troppo: questo mentalmente mi ha anche appesantito. Non sono una macchina da guerra, una atleta che si deve allenare tantissimo: forse non mi sono lasciata degli spazi per recuperare come sono abituata, ma questa era l’Olimpiade e pensavo di prepararla così”.

C’è davvero tanta delusione in Arianna: “Era una gara particolare, anche a livello tecnico un assalto così per entrare negli otto forse è più semplice rispetto a qualsiasi altro – ha spiegato l’azzurra – Quindi evidentemente non ho affrontato bene l’Olimpiade dal punto di vista delle aspettative: non perché gli altri mi caricassero, ma perché pretendevo tanto da me stessa. Sapevo che questo era l’anno buono, poteva essere decisivo per l’età, per l’esperienza e per il percorso che ho fatto finora”.

Allo stesso tempo, però, la Errigo ha escluso la possibilità che il divorzio dal tecnico Giulio Tommasini avvenuto a inizio anno abbia inciso in negativo: “Da gennaio mi alleno da sola – ha osservato – Ma se non sono arrivata in fondo oggi non credo sia stato per la scelta del coach, né per un problema tecnico. Ne sono convinta anche perché, per come sono fatta io, un maestro deve avere con l’atleta un rapporto che va al di là di ogni cosa. A questa età devi avere fiducia prima nella persona e poi in quello che ti trasmette. Se viene a mancare il rispetto reciproco, può essere anche il maestro più bravo al mondo ma io preferisco perdere una medaglia d’oro”.

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