Nuoto

Rio 2016, nuoto di fondo: mucchio selvaggio, Ruffini e Vanelli giù dal podio

Simone Ruffini - Official Facebook Page

Un arrivo a sportellate. Tutti lì in ammucchiata dopo una gara di attesa. È la 10 km di fondo, qui non si fanno sconti a nessuno: ci vuole cattiveria, sì, ma anche una buona dose di fortuna per toccare la piastra. Il sole di Copacabana bacia al traguardo l’olandese Ferry Weertman, seguito dal greco Gianniotis e dal francese Olivier. Erano lì a giocarsi il podio anche gli azzurri: alla fine sesto e settimo Simone Ruffini e Federico Vanelli (un posto guadagnato per la squalifica del britannico Burnell), per tutta la gara rimasti nel gruppo e poi lanciatissimi verso l’imbuto di arrivo. Questione di spiccioli, centesimi, photofinish. O semplicemente “questione di palle“, come dice Vanelli una volta tornato a terra.

A conti fatti bella prestazione dei due gemelli del fondo italiano, nonostante si sentano più a loro agio nella rispettivamente nella 25 km (Ruffini campione del mondo l’anno scorso a Kazan) e nella 5 km. Sempre appaiati nelle acque di Rio e uniti anche dalla capigliatura punk, con tanto di cresta e tinta biondo platino. “Su questo siamo arrivati primi noi“, buttano lì nei commenti a caldo senza nascondere la soddisfazione per la gara. Sempre un passo bilanciatissimo quello dei due italiani, mentre la sorpresa è la fuga dall’inizio dell’australiano Jarrod Poort, rimasto da solo in testa fin oltre i 7 km e con un distacco arrivato a oltre un minuto e quindici sugli inseguitori. Ma superata la boa di mezzo il gruppo incrementa il ritmo per ridurre il distacco. È il solito copione della 10 km: tattica attendista e poi risalita nel mucchio. Ci sono soprattutto il campione olimpico Mellouli, che difende il titolo conquistato a Londra, e lo statunitense Wilimovsky, iridato l’anno scorso nei 10 km di Kazan e quarto in vasca nei 1.500 dietro al nostro Gabriele Detti. Ma l’aggancio in testa si compie a un’ora e quaranta minuti scarsi di gara, con l’olandese Weertman primo a superare Poort, che addirittura finisce 20esimo. L’ultimo chilometro è una tonnara, addirittura in sei si affiancano per cercare di azzeccare il lato giusto e sfruttare l’onda. Weertman ci mette più di tutti, Mellouli arriva addirittura dodicesimo.

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