Ciclismo

Rio 2016, ciclismo su pista: come funziona l’omnium? Le chances di Viviani di andare sul podio

Elia Viviani - Foto Rob Duin - CC BY-NC-SA 2.0

Elia Viviani ci sta provando. Nel terno al lotto dell’omnium, dopo quattro prove su sei, l’azzurro è in testa alla classifica generale, con 140 punti, 14 in più del suo immediato inseguitore Thomas Boudat. Tra poco più di un’ora e mezza, scenderà di nuovo in pista per la quinta prova della sua gara. Ecco i possibili scenari che lo vedranno protagonista in una sfida contro il tempo e contro gli avversari per le medaglie.

QUINTA PROVA: IL GIRO LANCIATO – Sulla carta è la prova più favorevole per l’atleta azzurro. Una volta superati gli ostacoli scratch (settimo posto per lui) e chilometro da fermo (terza posizione), storicamente ostili a Viviani, il giro lanciato dovrebbe rappresentare un buon terreno di caccia ai punti. Anche per questa disciplina, il primo in graduatoria ottiene 40 punti, due in più del secondo, quattro in più del terzo e così via. Il precedente più recente, è quello dei mondiali di Londra di marzo 2016: qui Viviani aveva vinto la prova, facendo bottino pieno e presentandosi da favorito all’ultima manche. La famigerata corsa a punti.

SESTA PROVA: LA CORSA A PUNTI – E qui viene il bello. L’ultima prova dell’omnium non assegna i punti allo stesso modo delle altre. Lunga 40 chilometri, prevede uno sprint intermedio ogni 10 giri (l’anello del Velodromo di Rio misura 250 metri, quindi uno sprint ogni 2500 metri): dunque, in totale, verranno disputati 16 sprint. Ogni sprint assegna 5 punti al primo, 3 al secondo, 2 al terzo e 1 al quarto: potenzialmente, dunque, il punteggio massimo messo in palio dagli sprint è 80.

Ma c’è un’altra variabile impazzita. Nel caso in cui uno o più corridori riuscissero a “doppiare” il gruppo, questi otterrebbero automaticamente 20 punti, mettendo in cascina un bel margine rispetto al resto degli atleti. Proprio questa regola ha messo in crisi Viviani all’ultimo mondiale di Londra: in quell’occasione, infatti, il tedesco Roger Kluge e l’australiano Glenn O’Shea, pur essendo molto indietro nella classifica generale dopo cinque prove, riuscirono a “doppiare” il gruppo per ben due volte, ottenendo così 40 punti a testa.

SCENARI – Non basta, dunque, arrivare in testa all’ultima prova per stare al sicuro. Anzi, paradossalmente è una posizione scomoda! Il primo corridore, infatti, è il più attaccato dagli altri e deve spendere sempre molte energie per tenere compatto il gruppo. Questo dispendio di energie può essere fatale per gli sprint, dove si rischia di accumulare pochi punti. Quale strategia deve, allora, seguire Viviani per potersi garantire un posto sul podio? Innanzitutto, deve trovare la collaborazione con gli atleti nella parte alta della classifica per tenere compatto il gruppo (ed evitare i “doppiaggi”), per poi essere il più costante possibile negli sprint (evitare gli “zeri” che si beccano dalla sesta posizione in giù ed entrare il più possibile tra i primi tre). Facile a dirsi, meno a farsi.

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