Ciclismo

Rio 2016, ciclismo su pista: Elia Viviani campione olimpico nell’omnium

Elia Viviani - Foto Ferraro/Gmt

Elia Viviani ce l’ha fatta. Il veronese di Isola della Scala ha conquistato la medaglia d’oro nell’omnium. Una medaglia che all’Italia del ciclismo su pista mancava da sedici anni. Gli era sfuggita pochi mesi fa ai mondiali di Londra, arriva oggi nel teatro più prestigioso, quello olimpico. Un vero e proprio capolavoro quello confezionato in questi due giorni da Elia, che con questo trionfo porta a 8 il bottino di medaglie d’oro conquistate dalla spedizione azzurra. Un trionfo costruito con le gambe, certo, ma anche con la testa e con il cuore, da un Viviani addirittura più forte di una caduta che lo ha visto coinvolto nel corso dell’ultima prova, ma che non ha minimamente incrinato le certezze dell’azzurro. Un trionfo che gli vale un posto istantaneo nella galleria degli immortali.

Al termine delle prime tre prove, disputate ieri, Viviani occupa la seconda posizione in classifica generale, a due punti dal leader, il francese Thomas Boudat. Nel mattino di Rio si disputa la quarta delle sei prove in programma, quel chilometro da fermo non particolarmente caro all’azzurro, almeno sulla carta. Oceania sugli scudi: il neozelandese Dylan Kenneth fa registrare il miglior tempo a 1:00.92, mentre l’australiano Glenn O’Shea è secondo in 1:02.33. Elia scende in pista per ultimo contrapposto al francese (l’ordine di partenza segue la classifica generale inversa) e ancora una volta si rende protagonista di un’ottima prestazione: il suo 1:02.338 gli vale la terza posizione nella prova (è dietro all’australiano per una questione di millesimi) e soprattutto il primo posto nella classifica generale provvisoria.

La quinta prova, il giro lanciato (appena 250 metri da percorrere a tutta velocità dopo un paio di giri di “riscaldamento”), sulla carta si presenta favorevole all’azzurro, il quale non manca di rispettare il pronostico. A stabilire il miglior tempo – 12.50 s – è ancora una volta Kenneth, che conquista così altri 40 punti e compie un significativo balzo in classifica generale (al termine di questa prova è quarto). Ma il neozelandese è il solo a fare meglio di Viviani, che ferma il cronometro a 12.66 s e consolida ulteriormente il proprio margine di vantaggio in classifica generale. Mark Cavendish (che nel giro lanciato chiude terzo con il tempo di 12.79 s) è staccato di 16 punti – 162 contro i 178 dell’azzurro – quando una sola prova manca al termine. E si tratta della prova più insidiosa, che tutte le carte può ancora rimescolare: la corsa a punti.

La prova conclusiva, vero e proprio spauracchio, si corre sulla lunghezza di 160 giri per un totale 40 km; uno sprint ogni 2500 m (10 giri) mette in palio 5 punti al primo, 3 al secondo e poi a scalare di uno fino al quarto. Tutto è ancora in discussione. Elia Viviani si presenta alla corsa a punti da leader della classifica generale e deve pertanto difendersi dai numerosi attacchi portati dai suoi avversari. Dopo i primi sprint – che vedono l’azzurro sempre nelle prime posizioni a conquistare punti – è il danese Lasse Norman Hansen a muovere il primo significativo attacco: conquistando un giro fa suoi 20 punti, che sommati a quelli degli sprint lo riportano nelle posizioni di vertice della classifica. Un brivido fa trattenere il fiato a tutti i tifosi italiani, quando un repentino cambio di direzione di Cavendish innesca la caduta del coreano Park, che coinvolge anche il nostro portacolori; la corsa viene momentaneamente congelata per consentire i soccorsi, ma fortunatamente Elia non ha riportato gravi conseguenze.

Nei giri successivi, mentre altri tentativi di giri conquistati si susseguono e qualcuno va in porto, Cavendish e Hansen tentano di rosicchiare altri punti a Viviani, il quale tuttavia controlla con estrema disinvoltura. Finché non decide di salire in cattedra in prima persona, conquistando con autorevolezza due degli ultimi tre sprint, che gli valgono la matematica conquista della medaglia più ambita. Cavendish deve accontentarsi dell’argento, mentre a Hansen va il bronzo. Grazie a Elia Viviani, l’Inno di Mameli può finalmente tornare a riecheggiare in un velodromo olimpico, sedici anni dopo l’ultima volta.

Qui sotto il LIVE a cura di Sportface.it della cavalcata del veronese verso la medaglia d’oro:

Rio 2016, ciclismo su pista: Elia Viviani medaglia d’oro nell’omnium!

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