Editoriali

Rio 2016, le “cicciottelle” del tiro con l’arco: cattivo giornalismo e sdegno social

La squadra italiana femminile di tiro con l'arco - Foto FITArco

Non le azzurre olimpiche, non le atlete italiane, non le campionesse di tiro con l’arco. Troppo banale, forse. Al giornalismo acchiappa-click o – più semplicemente – vecchio e privo di idee dei quotidiani piace così. Il titolo choc, per sembrare anche simpatici. “Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico”, ecco il capolavoro de Il Resto del Carlino, giornale dalla lunga tradizione e storia  ora calpestata dalla pochezza di una titolazione del genere. Le tre ragazze della nazionale italiana del tiro con l’arco – Guendalina Sartori, Lucilla Boari e Claudia Mandia – sono state sconfitte in semifinale per 5-3 dalla Russia poi con lo stesso risultato nella finale per il bronzo da Tapei. Le delusione per l’eliminazione dall’Olimpiade di Rio 2016 e la coltellata il mattino dopo, svegliarsi e leggere tra la rassegna stampa italiana un simile insulto per la donna, l’atleta e l’orgoglio italiano in Brasile. Troppo banale, forse, ricordare il trio azzurro per l’impresa sfiorata. Altrimenti chi lo compra il quotidiano? 

Che fosse proprio questa la motivazione, far parlare di sé nel mondo dell’informazione bombardato dalle notizie dei Giochi Olimpici? Senz’altro il Resto del Carlino ci è riuscito – ma a quale costo, perdere la faccia? – perché sul web e sui social network si è scatenato lo sdegno per quel titolo superficiale e inopportuno. Twitter in particolare è stato riempito di commenti riguardo un tipo di giornalismo così poco serio: “E’ la morte di una professione, vergogna”, si legge, “Io fossi in loro li prenderei a frecciate”. Una caduta di stile facilmente bollata come giornalismo spazzatura, ma – purtroppo per questo nobile mestiere – pensata, scritta, approvata e infine pubblicata. “Quando smetterete di giocare ai giornalisti, chiamatemi”, il commento più lungimirante su una storia che si vorrebbe presto dimenticare.

Non dimentica certo la Federazione italiana tiro con l’arco, infuriata e in rivolta, dagli atleti al suo numero uno. Il presidente della Fitarco Mario Scarzella, infatti, ha deciso di inviare una lettera indirizzata al direttore de Il Resto del Carlino Giuseppe Tassi per difendere le sue arciere e quel nobile quarto posto conquistato – è il miglior risultato di sempre nella storia italiana del tiro con l’arco in un’Olimpiade – nella gara a squadre. La riportiamo, di seguito, in versione integrale.
“Caro Direttore, questa mattina da Rio de Janeiro siamo rimasti basiti nel leggere su Il Resto del Carlino il titolo che recitava “Il trio delle cicciottelle…” – a nostro avviso a dir poco irriguardoso – rivolto alle nostre atlete Guendalina Sartori, Lucilla Boari e Claudia Mandia. Se Il Resto del Carlino fosse una rivista scandalistica non avremmo nulla da dire, ma focalizzare l’attenzione sull’aspetto fisico di queste ragazze su un quotidiano, che scandalistico non dovrebbe essere considerata la sua lunga e prestigiosa storia, è stato davvero di cattivo gusto. Ci chiediamo in effetti se si possa definire giornalismo serio un titolo come questo, soprattutto in un giorno difficilissimo per delle giovani ragazze all’esordio Olimpico, che hanno lavorato per quattro anni nel silenzio dei media per vivere una delle delusioni più cocenti della loro vita, sia personale che sportiva. Una sconfitta – che tale non è, perché il 4° posto a squadre nel femminile resta il miglior risultato del tiro con l’arco italiano nella storia dei Giochi Olimpici – che purtroppo le segnerà per tutta la vita, ben sapendo che non c’è nessuna certezza per loro di poter godere di una seconda opportunità per riscattarsi. Eppure Guendalina, Lucilla e Claudia, nella quasi totale indifferenza dei media italiani – e tra questi c’è anche il Suo quotidiano che non ci sembra abbia mai approfondito la conoscenza del tiro con l’arco e del ruolo che l’Italia ricopre in seno al panorama internazionale – si sono guadagnate con la forza del lavoro giornaliero l’opportunità di scrivere il loro nome nella storia dello sport italiano. Per poterlo fare hanno fatto dei sacrifici che probabilmente nemmeno immagina, rinunciando a gran parte delle cose che le loro coetanee considerano normalità. Per 4 anni hanno lavorato sodo per tenere alto l’onore italiano in occasione dei Giochi Olimpici. Quella di ieri è stata per l’Italia femminile una vera impresa e ridurre il tutto con un titolo che le definisce delle semplici “cicciottelle” lo consideriamo davvero di cattivo gusto. Dopo le lacrime che queste ragazze hanno versato per tutta la notte, questa mattina, invece di trovare il sostegno della stampa italiana per un’impresa sfiorata, hanno dovuto subire anche questa umiliazione. Gli arcieri italiani sono in rivolta e noi ci sentiamo di giustificare la loro rabbia. A nostro avviso sarebbe giusto ripensare a quel titolo e, forse, rivolgere delle scuse alle nostre ragazze”.

Proprio mentre scriviamo, arriva la notizia che l’editore Andrea Riffeser Monti ha deciso di rimuovere “con effetto immediato” il direttore Giuseppe Tassi e “si scusa con le atlete olimpiche del tiro con l’arco e con i lettori” per il titolo apparso sul quotidiano. A volte, però, non funziona il celebre “meglio tardi che mai”.

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