Rio 2016

Doping, hacker russi: “Sospetti anche su Nadal, Farah e Cseh”

Rafael Nadal allo Us Open - Foto Ray Giubilo

Altro giro di posta e altri nomi illustri finiti nel mirino degli hacker di Fancy Bears, che sono riusciti a violare il sito dell’agenzia mondiale antidoping (Wada). Una lista che sembra destinata ad allungarsi e che aggiunge gli scalpi eccellenti di Rafael Nadal, Mo Farah e Laszlo Cseh. La violazione della banca dati della Wada mette in luce altre “esenzioni sospette” dall’uso di sostanze dopanti.

Le rivelazioni di Fancy Bears riguardano altri 26 atleti (si arriva, così, a 66 nomi in totale) di dieci nazionalità differenti. I nomi che fanno più rumore, però, sono quelli del tennista spagnolo, del britannico vincitore dell’oro olimpico a Rio nei 5000 e nei 10000 metri e dell’eclettico nuotatore ungherese, capace di una straordinaria longevità agonistica (vissuta sempre ad altissimi livelli).

La lista, però, non si ferma qui. Tra gli atleti citati, ci sono anche l’altro oro olimpico Justin Rose (golf) e lo statunitense Connor Jaeger, l’argento dei 1500 metri stile libero di Rio, l’unico in grado di frapporsi alla coppia Gregorio Paltrinieri-Gabriele Detti e che ha impedito loro di centrare una storica doppietta nella specialità.

Nella lista non mancano atleti dell’Argentina, dell’Australia, del Belgio, del Burundi, del Canada, della Danimarca, della Francia (lo spadista Gauthier Grumiere, che ha fatto parte del quartetto che ha battuto gli azzurri nella finale per l’oro a Rio), della Germania, della Gran Bretagna, della Polonia, della Repubblica Ceca, della Romania, della Russia, della Spagna e dell’Ungheria.

Per tutti questi atleti, l’accusa è quella di aver assunto sostanze dopanti con regolari certificati che ne attestavano l’uso terapeutico. Ancora lunghe ombre sullo sport mondiale.

 

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