Primo Piano

Roma 2024, Giovanni Malagò: “Referendum giusto ma è tardi”

Giovanni Malagò - Foto Nizegorodcew/Sportface

“Se il referendum fosse domenica sarebbe perfetto, nessun problema, anche perché l’ultimo sondaggio dice
che il 77% è d’accordo. Per la giacchetta non ci facciamo tirare, parlare di referendum non è serio, meglio allora ritirarsi subito”. Lo ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò, ospite del videoforum di Repubblica Tv per parlare della candidatura ai Giochi del 2024 in relazione all’elezione del nuovo sindaco della Capitale. Domenica infatti è previsto il ballottaggio tra i candidati sindaci Roberto Giachetti del Pd e Virginia Raggi del Movimento 5 stelle. In particolare la pentastellata si è sempre detta contraria all’Olimpiade di Roma: “Se dicesse no dovrebbe
andare a disconoscere una delibera dell’amministrazione precedente e prenderne atto. La candidatura va avanti solo se c’è condivisione tra Comune, Coni e Governo, se una delle tre gambe del tavolo manca si chiude la partita, ma poi bisogna assumersene la responsabilità”.

A sostegno del pensiero della Raggi c’è la sfiducia dei cittadini nei confronti delle grandi opere e dei grandi eventi che, in passato, hanno messo in luce soltanto i tanti sprechi dell’organizzazione: “Una cosa è il comitato organizzatore dell’evento e un’altra chi gestisce. Chi in passato si è occupato dell’evento sportivo non si è occupato dei lavori, io non ho mai firmato un assegno, non ho mai fatto una gara, un capitolato, mi sono occupato solo dell’amministrazione sportiva. Adesso non c’è più una cabina di regia come prima essendoci un nuovo codice degli appalti. Se non ci si fida, il problema è generale, anche per la sistemazione delle buche questo è l’approccio. Ognuno può avere le sue perplessità e questo vale anche per un ponte sulla Magliana o il completamento di una stazione, non capisco perché queste riflessioni si fanno soltanto sulla candidatura olimpica”, spiega Malagò a difesa della candidatura ai Giochi Olimpici.

L’Olimpiade nella Capitale comunque, nonostante i 5 miliardi previsti per le spese, sarebbe davvero low cost rispetto alle cifre emerse per le altre città candidate ai Giochi del 2024: “Nel dossier non ci siamo inventati nulla di più di quello che era già il piano di interventi pubblici. Dei 5 miliardi previsti, 2.3 sono garantiti dal Cio per contratto, gli altri sono investimenti che il Governo già garantisce a prescindere. Ad esempio l’anello ferroviario, i collegamenti diversi e migliori tra Termini e Fiumicino. La città avrà solo benefici, se non arriva la candidatura il cittadino perderà questi benefici”, ha spiegato il numero uno del Coni nella lunga intervista.

Nessun pentimento per non aver accettato l’invito del premier Matteo Renzi a candidarsi come sindaco di Roma, Malagò ha altre priorità e ruoli in questo momento: “Da più esponenti politici ho ricevuto l’offerta di candidarmi e non mi sono pentito. Non sarebbe stato serio lasciare il mio ruolo”. Infine sulla polemica con l’ex primo cittadino della Capitale Ignazio Marino in relazione alla collocazione dell’eventuale villaggio olimpico per cui si sarebbe scelta come zona il quartiere di Tor Vergata per compiacere alcuni amici imprenditori edili: “Io credo di avere un mio stile ed una
mia linea di comportamento e non mi va di entrare in polemica con Marino. Ricordo che era felice e contento nel sottoscrivere quel dossier sulla candidatura – conclude Malagò – Spostarlo? Se ci sono altri luoghi ne parlino, ma il dossier deve essere votabile. Caltagirone? Se si fanno opere sportive vanno a bando. Le polemiche sono strumentali”.

SportFace