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Basket, Italia: le pagelle degli azzurri dopo il torneo di Bologna

Andrea Bargnani, Andrea Belinelli e Danilo Gallinari - Foto profilo FB ufficiale Fip

Una vittoria con le Filippine (che poco conta al momento di tirare le somme) e una sconfitta con il Canada che ha messo in evidenza le difficoltà di un’Italia alla ricerca della propria identità alla vigilia di uno degli appuntamenti più importanti della sua storia. Elementi negativi ed altri positivi ma i pensieri di Ettore Messina non saranno di certo diminuiti successivamente all’Imperial Basketball City Tournament appena trascorso.

Ecco le pagelle dei protagonisti:

Marco Belinelli, s.v. : impossibile da giudicare alla luce della sola partita con le Filippine visto l’infortunio che lo ha costretto ad uscire nel match contro il Canada. La netta impressione e questo non è di certo un mistero è che questa Nazionale dipenda terribilmente dai suoi punti e dalle sue letture, a cui inevitabilmente sarà chiamato, anche da playmaker soprattutto sulle situazioni di pick and roll, aspetto nel quale spesso è molto sottovalutato.

Danilo Gallinari, voto 8: l’Italia dipende da lui. Dalla sua leadership tecnica, emotiva e mentale, dalla sua voglia (che traspare e non poco) di regalare e regalarsi un traguardo come la qualificazione a Rio. Pesa sicuramente il lavoro fisico ma l’intensità del gioco deve assolutamente aumentare.

Marco Cusin, voto 6: non manca mai l’intensità e la voglia di muoversi al ragazzo che i compagni di squadra chiamano “Pandino”, e non a caso. Sembra però pagare, contro avversari verticali, la fisicità altrui ed in ottica preolimpica avversari come i croati e come speriamo i greci saranno davvero dei rebus che poco avranno a che fare con motivi tecnici. Servirà il cuore e non manca mai in questo aspetto Marco Cusin, un voto sei sulla fiducia, a buon rendere.

Luigi Datome, voto 6: i suoi canestri nel finale contro il Canada sono ossigeno puro per gli azzurri. Non è nelle migliori condizioni visto anche il lungo campionato appena disputato e da poco concluso. La sua presenza sarà l’arma in più rispetto allo scorso europeo per la squadra di Messina, soprattutto per la grande variabile tattica che lui stesso può rappresentare aprendo il campo e svolgendo quel ruolo di 3/4 che tanto va di moda ora nel basket.

Daniel Hackett, voto 7: si sottovaluta forse l’importanza e la presenza di Daniel Hackett, viste le grandi difficoltà di Cinciarini e Poeta. L’annata in Grecia ha fatto bene al ragazzo di sangue marchigiano che fisicamente e negli occhi ha qualcosa in più rispetto ai suoi compagni “pari ruolo”.

Awadu Abass, voto 5: fisicamente è di altra categoria ma sente forse la pressione della prima chiamata “vera” in azzurro. Lui, che è un realizzatore, trova poco feeling con il canestro, ma la sua struttura potrebbe renderlo la sorpresa dell’avventura italiana?

Giuseppe Poeta, voto 4: non riesce a fare il suo gioco e soffre la fisicità degli avversari, troppo poco per chi potrebbe fare di più.

Pietro Aradori, voto 5: La media tra la partita contro le Filippine e quella con il Canada è un’insufficienza. E’ una grande risorsa offensiva ma spesso si estranea dal “flow” della partita. E’ la riserva naturale di Marco Belinelli ma deve senza ombra di dubbio aumentare il giro dei suoi motori.

Alessandro Gentile, voto 6,5: talento offensivo di prima classe ma qualcosa da migliorare c’è: il tiro nella sua meccanica ed il fidarsi troppo della sua potenza fisica cercando spesso isolamenti. Nell’ultimo possesso con il Canada qualcuno vedrà spettri degli europei, ma guai a confondere le due situazioni. Alessandro Gentile ha dovuto attaccare questa volta e la sfortuna ha fatto il resto, qualche mese fa ha voluto attaccare senza pensare se avesse dovuto o meno.

Niccolò Melli, voto 7,5: le condizioni di Bargnani preoccupano e non poco, ma la stagione di Eurolega, il campionato tedesco e gli allenamenti di Andrea Trinchieri ci consegnano un Melli più grande e più grosso. Maturato nelle scelte di gioco, nella solidità dei suoi movimenti e pronto a rispondere alla telefonata dei minuti importanti che Messina gli concederà.

Riccardo Cervi, voto 4: non possono e non devono essere le Filippine il metro di paragone. Solo due rimbalzi e quattro punti contro il Canada e l’impressione che a livello di alto basket europeo qualcosa gli manchi. Immaginare ora il confronto con un Boroussis o con uno stesso Tomic sembra davvero non premiare il lungo ex Avellino.

Amedeo Della Valle, voto 6,5: Messina gli concede minuti importanti e lui nonostante le difficoltà offensive della squadra è una variabile piacevole (soprattutto nel ritmo) che il coach azzurro non sottovaluterà

Andrea Cinciarini, voto 4,5: non sembra davvero essere il suo anno, fatica ad entrare nelle partite e ne esce troppo presto. Paga la difficile stagione a livello di infortuni.

Ettore Messina, voto 6,5: solo gli occhi ed i suoi sguardi valgono la sufficienza, com’anche il timeout chiamato dopo un solo minuto di gioco. Vuole la perfezione e la sta cercando, nonostante il poco tempo e le scelte da fare.

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