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INTERVISTA – Giacomo Carini: “Nuoto grazie a mamma, a Budapest voglio la finale nei 200 delfino”

Giacomo Carini e Nicolò Martinenghi - Foto profilo ufficiale Facebook

Mamma già nuotava. È stata proprio lei a portarmi ai primi corsi, e da lì è stato un crescendo di passione e dedizione che mi ha portato a questi livelli”. Parole e musica di Giacomo Carini, il nuotatore piacentino classe 1997 è stato intervistato in esclusiva da Sportface.it in vista della 54esima edizione del trofeo Settecolli, che si disputerà a Roma dal 23 al 25 giugno 2017. La piscina adesso fa parte della sua vita e delle sue giornate: “Sveglia alle 8, colazione e allenamento dalle 9 alle 11, torno a casa e pranzo, per poi essere pronto per il doppio alle 16 circa. Nuoto un’oretta e il resto del pomeriggio è libero, alla sera se non sono troppo stanco esco con gli amici ma stando attento a non tornare troppo tardi”.

Oltre che stare con gli amici, hai altri passatempi?
“Ascoltare la musica è il passatempo che preferisco”.

Ed è proprio con questa che ti carichi prima di una gara.
“Mi carico ascoltando la musica. Non posso svelare i titoli per motivi di riservatezza! Un consiglio che mi sento di dare è quello di focalizzarsi sull’obiettivo tenendo presente di tutto il lavoro e tutte le fatiche che si sono fatte”.

Ad aprile hai battuto nuovamente il record italiano, con il tempo di 1’55’’40.
“Sinceramente non me l’aspettavo, sapevo di poter nuotare bene ma non così. Ad aprile non riesco mai ad essere brillante per causa della mancanza della vasca lunga al coperto”.

Tra circa un mese inizierà il mondiale di Budapest.
“L’obiettivo è fare bene al mio primo mondiale in lunga. In modo più concreto potrebbe essere centrare una finale nei 200 delfino”.

C’è qualcuno a cui ti ispiri?
“Ultimamente sto sempre pensando di più di non affidarmi a nessuno schema pre impostato, in altre parole a creare un mio stile. Ma se devo essere sincero ammiro un sacco la costanza e la voglia di fare del capitano, Filippo Magnini”.

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