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INTERVISTA – Marco Mazzon: “Percorsi sterrati, salite e discese mozzafiato. La corsa in montagna è meravigliosa”

Marco Mazzon

Sto tornando da San Carlo Canavese, dove questa sera ho fatto una gara di 8,8km a media 3.31/km. Un buon risultato, 5° posto assoluto su circa 400 iscritti”. Inizia così la chiacchierata con Marco Mazzon, 21enne podista nato a Moncalieri (Torino) e residente a Nichelino. Mazzon, tesserato per la società Avis Podistica Torino, unisce la passione calcistica per il Toro, che segue abitualmente dalla Curva Maratona, settore caldo del tifo granata, a quella per la corsa.

Allora Marco, partiamo dalla fine, questa sera è andata bene.
“Si sono contento, negli ultimi mesi avevo corso esclusivamente in montagna, mentre oggi mi sono trovato su un percorso molto diverso, giusto un paio di “strappetti”, ma rispetto a quello che ho visto ultimamente, questa gara non la definirei nemmeno collinare (ride, ndr)”

E’ proprio il caso di dire che ultimamente sei sempre di corsa.
“Sto bene fisicamente, le gare mi stanno portando buoni risultati. Mi alleno praticamente ogni giorno, anche perché la corsa mi completa: nelle rare giornate in cui non corro mi sento come se mi mancasse qualcosa. Di solito gareggio la domenica e faccio un lavoro di qualità a metà settimana. Gli altri giorni mi alleno a mente libera, mi fa stare bene. A volte non mi sembra vero…”

Che cosa?
“Fino a 5 anni fa non avevo praticamente mai corso. La prima volta che ho messo le scarpette è stato il 5 novembre 2012”

Addirittura ricordi la data precisa? Deve essere stato un bel cambiamento nelle tue abitudini.
“Già. Direi un cambiamento radicale. Forse era il nel mio destino: mio papà ha corso per tanti anni, sui 10.000 mt ha un personale di 31’55’’ , un crono che ai tempi lo collocava ai vertici regionali e che, con il livello di oggi, non so quanti sarebbero in grado di battere. Io invece ho cominciato con il basket: dalla 2° elementare fino alla 3° superiore. Pian piano ho perso la passione, non era il mio sport: non riuscivo a gestire i “tempi morti” negli allenamenti, non avevo più stimoli. Pensa che ero arrivato a pesare oltre 95kg, che per uno come me, alto 176 cm, sono decisamente troppi. Così un giorno ho detto basta, come per una crisi di rigetto”

Tu sei tifosissimo del Toro, hai mai pensato di giocare a calcio?
“In verità no. Gli ambienti del calcio giovanile, soprattutto nelle periferie, non sono sempre dei migliori. Tutti vedono ciò che succede in Serie A, dove ci sono le luci dei riflettori, ma spesso accadono cose gravi anche sui campetti dove giocano i bambini ed i genitori non sempre aiutano, anzi…”

Così hai iniziato a correre.
“Si, forse spinto dall’esperienza di mio papà, ci ho provato. L’inizio è stato durissimo, riuscivo a fare 2-3 km di corsa, non di più. Le gambe erano di cemento. E’ stato un percorso lungo, ho iniziato da solo, poi quando ho acquisito una forma fisica accettabile, mi sono fatto consigliare da mio papà. In 8 mesi, da novembre a giugno ho perso circa 18kg, che sono diventati 25 alla fine dell’estate, dopo 3 mesi passati ad allenarmi in montagna”

Ecco, la montagna.
“La montagna fa parte del mio DNA. Ho una casa a Roasca, in valle Gesso nel cuneese, non distante da Robilante, dove vive e si allena Marco Olmo, un mito per gli appassionati di running. E’ diventato il mio “ritiro” per la fase di preparazione estiva: per qualche anno non ho gareggiato sulle montagne ma ho fatto molti allenamenti, anche di tipo tecnico”

Poi cosa è successo?
“Nell’estate 2016 ho fatto una buona sessione di training a Roasca. Ne ho beneficiato per parecchio tempo. Questa primavera ho corso la 9 Miglia di Bra ad una media di 3.38/km e la Mezza di Santander a 3.37/km di media. Tenere questi ritmi per oltre 20km mi ha galvanizzato ed ho deciso di mettermi alla prova sulle montagne, in una gara vera e non solo come allenamento. L’11 giugno scorso mi sono presentato al via della “Sui Percorsi di Marco Olmo”, una gara impegnativa di 15.5km sulle montagne della Val Vermenagna: il risultato è stato molto incoraggiante, 12°posto assoluto in 1h25’ circa. Non fosse stato per quelle discese…”

Le discese? Impegnative?
“Più che impegnative, direi da pazzi (ride, ndr). Ho visto gente lanciarsi lungo le pendici della montagna senza alcuna paura. Io devo ammettere che all’inizio ho avuto un po’ di timore. Bisogna essere abituati, oltre che spericolati,  per correre in discesa su quelle pendenze”

Eppure hai continuato
“Praticamente da quel giorno ho fatto solo gare in montagna (ride, ndr). L’impatto agonistico con quei paesaggi è stato fantastico, emozioni uniche, sensazioni difficilmente descrivibili a parole. La corsa in montagna mi sta insegnando una cosa importante: in questo tipo di competizioni non puoi nasconderti, non ci sono treni a cui accodarsi per correre in difesa. In montagna se ne hai, vai avanti, altrimenti sono dolori, sei solo con te stesso”.

Le performance in discesa stanno migliorando?
“Si decisamente. Mi sto abituando. Non sarò mai uno specialista, ma per il momento mi basta limitare i danni. Riesco ad imprimere un ritmo di gara molto forte in salita, per cui nei tratti in discesa cerco di amministrarmi senza perdere troppo terreno. I risultati stanno arrivando: prima di Ferragosto ad Issiglio, nell’alto canavese, ho fatto una corsa a circuito, con un tracciato di 3,7km di cui circa metà in discesa da ripetere 2 volte e sono arrivato 3° assoluto”

Quanto contano i materiali nella corsa in montagna?
“Le scarpe sono fondamentali. Se ti presenti con un paio di scarpe da strada per fare una gara di corsa in montagna, anche breve, hai una grande probabilità di scivolare o cadere. La scarpa deve fornire grip sufficiente per garantire stabilità, sicurezza e performance. Non è detto che la scarpa per la corsa in montagna debba essere per forza più pesante: contano soprattutto le proprietà di aderenza al terreno”

Programmi per il futuro?
“Continuare con queste gare e mini-trail, su brevi e medie distanze: ho iniziato da poco tempo sono curioso di vedere dove riesco ad arrivare con i risultati”

Niente maratone quindi?
“No per adesso no. La maratona è una gara particolare, va rispettata, nel senso che ci vuol tanto tempo a prepararla ed altrettanto per assorbirne bene la fatica. Per adesso sto bene sulle mie montagne”

La gara che sogni di vincere?
“Il trail del Monviso, senza ombra di dubbio, per chi è originario di queste zone è la gara in montagna per eccellenza”

Vittoria al trail del Monviso o scudetto al Toro?
“Scudetto al Toro (ride, ndr), mi darebbe sicuramente le energie per vincere il trail del Monviso (ride, ndr)”

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