Ciclismo

Tour de France 2017, le pagelle della 14ª tappa: numero di Matthews, disastro Astana

Michael Matthews - Foto Maarten van Maanen CC BY-SA 2.0

Non mancano le sorprese nella quattordicesima tappa del Tour de France 2017. A vincere sul traguardo di Rodez è l’australiano Michael Matthews (Team Sunweb), che in cima alla Côte de Saint-Pierre batte allo sprint il belga Greg Van Avermaet (BMC Racing Team) e il norvegese Edvald Boasson Hagen (Team Dimension Data). Ma ciò che più conta è il cambio al vertice della classifica generale; in difficoltà nel finale, Fabio Aru (Astana Pro Team) perde la maglia gialla, che torna sulle spalle di Chris Froome (Team Sky). Il campione italiano è ora secondo a 19” dal britannico.

Una frazione – questa Blagnac-Rodez di 181,5 km – particolarmente adatta ai tentativi da lontano, che non si fanno attendere. Pronti via e si sgancia un drappello di quattro corridori: Thomas Voeckler (Direct Energie), Timo Roosen (LottoNL-Jumbo), Thomas De Gendt (Lotto-Soudal) e Maxime Bouet (Fortuneo-Oscaro); a loro si aggiunge poco dopo Reto Hollenstein (Katusha). Ma il plotone non concede loro troppo spazio; la BMC di Van Avermaet e la Sunweb di Matthews, in particolare, si incaricano dell’inseguimento, e il destino della fuga è segnato. Ultimo ad arrendersi è De Gendt, ripreso a 12 km dall’arrivo.

Anche il tentativo di Maurits Lammertink (Team Katusha) nei chilometri finali viene stoppato, mentre ci si avvicina allo strappo conclusivo. A 2 km dall’arrivo Fabio Aru si trova inspiegabilmente nella parte finale del gruppo, e quando all’ultimo chilometro questo si spezza, il campione italiano perde inevitabilmente terreno. Davanti, Philippe Gilbert (Quick-Step Floors) lancia la volata, ma parte troppo lungo e non va oltre il quarto posto. Non sbaglia invece Matthews, che riesce ad avere la meglio su Van Avermaet e Boasson Hagen. Sesto è Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida), settimo è Froome a 1”, mentre Aru taglia il traguardo in trentesima posizione, 25” dopo.

PAGELLE

Michael Matthews 10

Dopo alcuni piazzamenti, l’australiano coglie finalmente una meritata vittoria di tappa al Tour de France. Lo fa con un’accelerazione irresistibile nel finale, una stoccata contro cui nulla può neppure un campione del calibro di Van Avermaet (che su questo traguardo vinse due anni fa battendo un certo Peter Sagan). Il successo di tappa è la ciliegina sulla torta in un Tour che Matthews sta correndo da protagonista.

Greg Van Avermaet 7

La frazione odierna ha un significato particolare per il campione olimpico, che sullo stesso traguardo si impose due anni fa. Van Avermaet fa lavorare a lungo la sua squadra, impedendo alla fuga di prendere il largo, con successo; arriva a giocarsi la tappa nella miglior posizione possibile, ma nulla può contro un Matthews più brillante ed esplosivo nel finale.

Thomas De Gendt 7,5

Il belga va elogiato per il coraggio e la generosità che sta dimostrando in un Tour de France corso ogni giorno all’attacco. Peccato che finora abbia sempre sbagliato i tempi, ma – se continuerà così – De Gendt avrà certamente altre occasioni per bissare il successo di tappa colto l’anno scorso.

Fabio Aru 4

Una giornata da dimenticare quella odierna per il Cavaliere dei 4 mori. Ieri encomiabile nella gestione della gara, oggi Aru viene meno proprio nel momento decisivo, facendosi trovare inspiegabilmente nella parte finale del gruppo a pochi chilometri dall’arrivo, quando il plotone è lanciato verso lo strappo conclusivo. A quel punto recuperare è ormai impossibile e gli ultimi metri si trasformano in un calvario per Fabio. La sua squadra, oggi come ieri, si dimostra assente e incapace di supportarlo, suscitando più di un interrogativo. La maglia gialla restituita a Froome potrebbe rappresentare dunque una svolta positiva dal punto di vista tattico (assai problematico per un leader controllare la corsa senza avere – di fatto – una squadra al fianco), ma i 25” concessi al britannico e agli altri avversari diretti gridano vendetta. Il campione italiano dovrà essere bravo a scongiurare il possibile contraccolpo psicologico.

Astana Pro Team 3

Molte delle responsabilità per la debacle odierna di Aru vanno imputate certamente alla formazione kazaka, assolutamente incapace di assistere la maglia gialla di un Tour de France, tanto nelle tappe di montagna quanto nelle frazioni intermedie. La sfortuna, va detto, quest’anno ha colpito a più riprese l’Astana; il Tour non fa eccezione in tal senso, ma appare ormai come un dato di fatto che, per conquistare il podio in quest’edizione della Grande Boucle, Aru potrà contare solo su se stesso.

 

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