Ciclismo

Il Tour de France scopre il terrore: l’attentato di Nizza a 300 km dalla corsa

Un'immagine dei soccorsi dopo l'attentato terroristico a Nizza

L’inattaccabile Tour de France si scopre più fragile, come il Paese che attraversa. L’attentato che ha scosso Nizza il 14 luglio, giorno della festa nazionale francese, avviene mentre la Grande Boucle è in pieno svolgimento, a soli 300 chilometri dal luogo della strage. La corsa si commuove per le 84 vittime fino a questo momento accertate, falciate da un camion impazzito sulla Promenade des Anglais, mentre i festeggiamenti erano nel loro momento clou. L’ombra del radicalismo islamico sullo sfondo.

Il primo commento, stamattina, è stato dell’attuale maglia gialla di questa edizione, Chris Froome, che su Twitter ha manifestato la propria solidarietà alle persone coinvolte nell’attentato, mostrando una grande bandiera francese.

Al momento, la corsa è al sicuro, blindata da imponenti misure di sicurezza che, in Francia, avevano caratterizzato anche il periodo di Euro 2016. Sia per la manifestazione calcistica continentale, sia – fino a questo momento – nel corso del Tour, il sistema di controllo delle forze dell’ordine transalpine ha infatti funzionato, sventando eventuali minacce.

Ma è chiaro che, quest’oggi, la tappa a cronometro da Bourg-Saint-Andéole a La Caverne du Pont d’Arc non si correrà nel consueto clima di festa che accompagna la Grande Boucle. Prima della partenza dei corridori, il Tour si è fermato per un minuto di silenzio carico di tensione e di commozione.

Lo scorso anno, nell’ultima tappa della manifestazione con arrivo a Parigi, una macchina aveva provato a forzare le transenne di protezione del tracciato. In quell’occasione, non ci furono conseguenze e le forze dell’ordine esclusero immediatamente l’ipotesi di un attentato terroristico. Nel 2007, invece, fu l’ETA (l’organizzazione dei separatisti baschi) a rivendicare l’azione che aveva fatto esplodere due piccoli ordigni proprio sul percorso della tappa, poco dopo il passaggio dei corridori. E come dimenticare, poi, l’attentato a Palmiro Togliatti (proprio il 14 luglio del 1948) che in Italia rischiava di far scoppiare una vera e propria rivoluzione? L’eco dell’episodio arrivò anche sulle strade del Tour dove Gino Bartali vinse la maglia gialla salvando – secondo il giudizio di molti – gli equilibri politici e sociali della nazione.

La storia del Tour è parte integrante dell’intero scacchiere internazionale. L’attentato di Nizza di oggi è destinato a sconvolgere, almeno nelle menti e nei cuori, anche l’edizione numero 103 della corsa ciclistica più antica del mondo.

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