Serie A

Serie A 2016-17, Lazio: il pagellone della stagione

Lazio vs Empoli - Serie A 2016/2017 - Foto Antonio Fraioli

Oltre ogni aspettativa, così si sintetizza la stagione 2016/17 della Lazio capolavoro del tecnico Simone Inzaghi. Partita con il fato avverso, dopo l’addio burrascoso – senza mai un esordio – di Marcelo Bielsa e i diversi casi estivi, i biancocelesti hanno smentito tutti: centrato l’obiettivo di ritrovare la qualificazione in Europa League, sfiorato il sogno di un trofeo nella finale di Tim Cup contro la Juventus, meritato il piazzamento al quinto posto in classifica nonostante il rammarico al fotofinish di aver ceduto il quarto all’Atalanta.

Ecco i voti nel pagellone della stagione.

PORTIERI

Marchetti 4.5
La stagione del portiere non è iniziata nel migliore dei modi, solito rendimento altalenante, condito da errori marchiani come sul gol di Nainggolan al derby. Poi si infortuna – nuovamente, dopo aver saltato già cinque gare nel girone d’andata – alla vigilia di Lazio-Milan e non torna più in campo. Un guaio al ginocchio, poi un’influenza, poi ancora guai al ginocchio. Desaparecito, e nessuno ha mai fatto chiarezza su uno stop di oltre tre mesi.

Strakosha 7
Dopo qualche giro di rodaggio, dal 13 febbraio è l’indiscusso titolare della porta biancoceleste. Ha 22 anni e raramente ha commesso errori imperdonabili nel corso del campionato. Anzi, la consacrazione arriva nella gara più delicata e sfortunata, in finale di Coppa Italia contro la Juventus colleziona miracoli. Marchetti potrebbe dire addio, Berisha rimanere all’Atalanta: alla fine resta il candidato numero uno per non mollare i pali.

Vargic s.v.
La stagione biancoceleste del portiere croato annovera una sola presenza, in Lazio-Inter del 21 maggio, complice l’influenza di Strakosha. Davvero troppo pochi novanta minuti per giudicare l’annata di un calciatore che a Roma non ha mai convinto nessuno.

DIFESA

Basta 6.5
La carta d’identità dice 32, il peso degli anni comincia a farsi sentire, ma la sua duttilità è un’arma sempre importante per Inzaghi. Ottimo sia impiegato da terzino che come esterno quando l’allenatore biancoceleste ha deciso di cambiare modulo. Si toglie anche la soddisfazione di segnare in un derby, quello in campionato alla 34esima giornata: una stagione più che soddisfacente.

Patric 6.5
Ha finalmente trovato la propria dimensione nella Capitale, il terzino spagnolo sembra essersi integrato nel calcio italiano. Maturato molto sotto il punto di vista tattico, è stato bravo a farsi sempre trovare pronto quando chiamato in causa: se ne è accorto anche Inzaghi, che ha cercato di coinvolgere sempre più spesso nelle rotazioni di squadra.

De Vrij 7
E’ senza dubbio il miglior difensore a disposizione, anche se questa potrebbe essere stata la sua ultima stagione in biancoceleste. Una pedina fondamentale nello scacchiere laziale, nonostante i problemi al ginocchio ogni tanto tornino a fargli visita. L’estate dell’olandese sarà rovente, con il contratto in scadenza nel 2018 e poca voglia di prolungarlo nonostante la felice esperienza: le sirene delle big italiane ed estere suonano forti, il presidente Lotito attende soltanto il miglior offerente.

Wallace 6.5
Arrivato in estate come oggetto misterioso – pagato anche caro – il brasiliano ha dimostrato con il passare delle giornate che l’errore contro la Roma – che spianò la strada a Strootman – è stato solo un incidente di percorso. Bravo di testa, abile in marcatura dove ha spesso fatto prevalere la sua velocità, si è dimostrato una pedina importante nello scacchiere di Inzaghi.

Bastos 6
A complicare la sua avventura romana ci ha pensato un infortunio muscolare che lo ha tenuto lontano dai campi da gioco per due mesi: poi un lento recupero e tanta panchina per l’angolano, che ha pagato anche il cambio di modulo. Nella difesa a tre, però, viene spesso scelto titolare così come in partite fondamentali: nelle ultime tre sfide contro la Roma e nella finale di Tim Cup contro la Juventus.

Hoedt 6
Con l’arrivo di Wallace e Bastos sembrava aver perso posizioni nelle gerarchie di mister Inzaghi, ma il tecnico lo ha rispolverato nel momento più complicato. Da titolare o per dare il cambio ai suoi compagni, l’olandese, nonostante qualche amnesia di troppo, non è più uscito dal campo diventando un elemento importante per la squadra biancoceleste.

Radu 6
Nel girone d’andata, grazie anche al modulo varato dal tecnico laziale, sembrava aver trovato una nuova giovinezza. Poi, con il ritorno alla difesa a quattro, si è spostato nel ruolo di terzino mai troppo amato. Tenuto in panchina nei derby contro la Roma ma anche contro la Sampdoria, Inzaghi ha scelto di fargli tirare il fiato nel finale, ma la sua stagione rimane comunque positiva.

Lukaku 6.5
A inizio stagione, sia per problemi fisici che per scelta tecnica, era stato tenuto ai margini della squadra con ben poche presenze all’attivo. Poi ci si erano messi pure gli infortuni a limitare l’esperienza romana del belga. Ma, una volta riacquisita la condizione fisica, Inzaghi gli ha concesso le chance giuste e lui ha ripagato la fiducia. Si è dimostrato devastante in avanti, è migliorato anche in fase difensiva. E’ sicuramente uno dei giocatori da cui ripartire per la prossima stagione.

CENTROCAMPO

Biglia 7
Una delle miglior stagioni da quando è alla Lazio per il centrocampista argentino, leader indiscusso con la fascia di capitano per la squadra biancoceleste e metronomo impeccabile in cabina di regia. Un autentico top player e lo sa bene Inzaghi che ha chiesto alla società di trattenerlo a ogni costo. Infatti, la questione relativa al rinnovo di contratto non si è ancora risolta e le sirene – soprattutto del Milan ma non soltanto – si fanno insistenti: “Non so se resto”, avrebbe confessato ai tifosi laziali fuori il centro sportivo di Formello.

Parolo 7
Impossibile non ripetere le solite qualità per il centrocampista azzurro. Corsa, sacrificio e dedizione: il veterano che non molla mai, nonostante i 32 anni comincino a sbiadire lo smalto. Ha bisogno di un vice, dopo aver saltato soltanto cinque partite su 43 stagionali. Non ha brillato per gol, si è mosso in posizione più arretrata nel corso del campionato, ma non dimenticherà mai il proprio record personale: il primo poker in carriera, rifilato al Pescara il 5 febbraio.

Lulic 7
Il bosniaco ha fatto parlar di sé per quella frase su Rudiger pronunciata dopo un derby perso, che gli è costata venti giorni di squalifica. Per tutta la stagione, comunque, ha rappresentato il vero jolly per Inzaghi che lo ha schierato ovunque gli potesse essere maggiormente utile: terzino sinistro, mezzala a centrocampo, esterno in una mediana a cinque e pure ala in attacco. Può non avere un piede fatato e pure 31 anni a incidere sulla corsa, ma la duttilità e gli 11 assist stagionali lo rendono uno degli intoccabili biancocelesti.

Milinkovic-Savic 7.5
Sette gol e dieci assist, conclude così la propria stagione il ragazzaccio della Lazio. Ha acquisito una maturità e una sicurezza esponenziali, è diventato faro del centrocampo con un fisico possente, mente offensiva grazie agli inserimenti e ai movimenti sulla trequarti, esecutore cinico pure davanti la porta. E’ decisivo nei suoi 21 anni, lo sa bene la Roma: nei quattro derby stagionali ha rifilato due reti e due assist ai giallorossi. Comincia a far gola alle big, tra le quali la Juventus, le carte per diventare un top player sono sempre più scoperte.

Cataldi 5
Dopo essere finito in fondo alle gerarchie, a gennaio ha deciso di fare un’esperienza in prestito al Genoa. Non molto fortunata, viste le numerose panchine e il rischio retrocessione. Ha fatto pure infuriare i tifosi biancocelesti per un’esultanza scomposta nella sfida di Marassi, tornerà nella Capitale ma c’è da capire quanta voglia ci sia di trattenerlo per il futuro.

Leitner s.v.
Dopo non aver mai trovato spazio nella Lazio, a gennaio il direttore sportivo Tare riesce a piazzarlo all’Augusta in Bundesliga.

Morrison 4
A Roma non si è mai visto, l’esperienza in prestito al Qpr non è andata tanto meglio, così che il club inglese non lo riscatterà a fine stagione e la Lazio si troverà di nuovo alle prese con il bimbo capriccioso. Chissà se stavolta la società riuscirà a trovare un epilogo definitivo.

Felipe Anderson 7
Subito il pelo nell’uovo, al brasiliano manca sempre un niente per essere l’uomo decisivo e lo spacca partite. Ma i numeri della stagione dell’esterno vanno al di là dei 5 gol messi a segno e dei 14 assist che lo premiano come uno dei migliori assist-man della Serie A. Felipe ha saputo sacrificarsi per la squadra, anche in quel ruolo a tutta fascia che proprio non gradisce, con maggiore aggressività ed efficacia nei contrasti. Il talento brilla sempre, avrebbe solo bisogno di crederci di più.

ATTACCANTI

Keita 7.5
La stagione del senegalese si apre con l’assenza in ritiro e il rischio di vederlo fuori rosa per tutto l’anno. Si fa pace per il bene comune e, mese dopo mese, l’attaccante diventa una furia. Parte spesso dalla panchina, soprattutto a inizio campionato, ma ha la capacità di dare la svolta a ogni gara. Strappa di prepotenza un posto da titolare e chiude con 16 gol e 6 assist all’attivo. Peccato per il contratto in scadenza nel 2018, i pessimi rapporti con l’entourage che difficilmente condurranno al rinnovo e le sirene di Juventus e Milan – su tutte – che rischiano di strappare un potenziale fenomeno alla Lazio.

Immobile 7.5
Aveva bisogno soltanto di ritrovare il ritmo e la giusta dimensione, per tornare ai livelli dell’attaccante visto ai tempi del Torino. Riesce a fare addirittura meglio, con 26 gol stagionali supera pure il proprio record personale. La Lazio era alla disperata ricerca di un bomber che non facesse rimpiangere l’addio di Klose, così da Miro a Ciro il passo è stato molto più breve del previsto. Ora, però, ha bisogno di un vice per rifiatare ogni tanto: la punta ha saltato soltanto due partite su 43.

Lombardi 6
Era con le valigie pronte per salutare la Lazio, un prestito per farsi le ossa. E’ rimasto per volontà di Inzaghi che lo ha cresciuto nel settore giovanile, ha saputo ritagliarsi il proprio spazio da riserva in attacco. Un gol proprio alla prima di campionato con l’Atalanta, mai una parola fuori posto e tanta dedizione.

Djordjevic 4.5
Nonostante l’avventura in biancoceleste sembrasse al capolinea già a gennaio, l’attaccante è rimasto ma non ha cambiato il proprio destino. Un gol in stagione, tanta panchina e le ultime possibilità gettate al vento.

Luis Alberto 5.5
La maggior parte delle presenze le ha collezionate nella seconda parte di stagione, quando ha messo a segno anche un gol decisivo a Genova e un paio di assist contro la Fiorentina. Sembra aver capito come si gioca in Italia, ha dichiarato di voler restare e guadagnarsi spazio alla Lazio: dieci presenze sono davvero poche.

Kishna 4.5
A gennaio, dopo un girone d’andata tra panchine e infortuni, è finito in prestito al Lille. Tornerà al termine della stagione, perché l’esterno olandese non ha convinto neppure in Francia.

ALLENATORE

Inzaghi 7.5
Il quinto posto, la qualificazione in Europa League e la finale di Coppa Italia. Ecco il capolavoro firmato dal giovanissimo tecnico biancoceleste, alla prima stagione ufficiale su una panchina di Serie A, dopo le sette gare dello scorso anno e il ritorno turbolento e al fotofinish per lo strappo con Bielsa. Criticato, ritenuto non all’altezza, attaccato da tifosi e addetti ai lavori: Inzaghi ha smentito tutti con i risultati, un buon gioco e una cura maniacale per i dettagli e la tattica. Grazie all’ex attaccante, la Lazio è andata oltre ogni aspettativa. La conferma, nel secondo anno, non è mai facile: ha chiesto garanzie tecnici, big e rinforzi per far bene anche la prossima stagione.

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