Serie A

Palermo-Empoli e il paradosso del paracadute: ai rosanero più soldi se retrocede il Crotone

Stadio Renzo Barbera, Palermo, foto Frakorea da Palermo CC-BY-2.0

In un campionato di Serie A che a 90 minuti dal termine ha già emesso gran parte dei suoi verdetti, resta ancora da decidere l’ultima squadra condannata alla retrocessione. A giocarsi tutto all’ultima giornata sono Empoli e Crotone, uscite entrambe sconfitte dall’ultimo turno. I toscani di Martusciello hanno ancora un punto di vantaggio sui calabresi allenati da Nicola.

Domenica sono in programma Crotone-Lazio e Palermo-Empoli. Proprio il match del “Renzo Barbera” è destinato a creare nuovamente polemiche intorno alla famigerata regola del “paracadute”, ovvero la somma di denaro destinata alle squadre che retrocedono, sulla base degli anni di permanenza in Serie A. La cifra complessiva che le tre retrocesse si divideranno è di 60 milioni di euro: il Palermo, che ha alle spalle più di tre anni di permanenza nella massima serie, riceverà 25 milioni di euro, cifra massima del paracadute per il primo anno di B. Il Pescara nè riceverà 10, essendo tornata in B dopo una sola stagione in A.

Restano quindi da assegnare 25 milioni, ed ecco che si presenta il paradosso: da un punto di vista finanziario, al Palermo conviene che a salvarsi sia proprio l’Empoli, suo prossimo avversario. Questo perchè il Crotone riceverebbe 10 milioni, esattamente come il Pescara, mentre l’Empoli avrebbe in dote un paracadute da 25 milioni, esaurendo di fatto la dotazione riservata alle tre retrocesse. Nel caso di una retrocessione del Crotone invece, resterebbero scoperti 15 milioni di euro che andrebbero alla squadra con maggior permanenza in Serie A, e cioè proprio il Palermo, il quale usufruirebbe di questo extra nel caso non dovesse risalire immediatamente l’anno prossimo dalla cadetteria.

In parole povere, il Palermo avrebbe un potenziale guadagno di 15 milioni con la salvezza dell’Empoli, a scapito del Crotone. Nessuna dietrologia, solo un dato di fatto destinato a far discutere da qui a domenica, con una regola, quella del “paracadute”, non nuova a questo genere di situazioni paradossali.

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