Amarcord

Londra 2012, l’Olimpiade delle prime volte

Londra 2012 - Foto Philip Pryke - CC BY 2.0

Con l’assegnazione del 2012, Londra diviene la prima città nella storia a ospitare per tre volte i Giochi Olimpici moderni, dopo il 1908 e il 1948. Tanto è cambiato dall’ultima volta. Da una città dilaniata dalla guerra alla Londra moderna degli anni 2000, nella quale persino la Regina Elisabetta può smettere le vesti reali per trasformarsi in Bond-girl, in occasione dell’avveniristica cerimonia d’apertura celebratasi a Wembley.

Mentre quelle del ’48 furono le prime Olimpiadi interamente teletrasmesse in bianco e nero, nel 2012  la tecnologia HD consente di contare una ad una le gocce di sudore di Usain Bolt e quelle d’acqua sollevate dalle bracciate di Michael Phelps. I Giochi della XXX Olimpiade vedono ancora loro protagonisti, come già era stato a Pechino quattro anni prima. Mentre Bolt conferma il suo strapotere di velocista vincendo per la seconda volta 100 metri, 200 metri e 4×100, Phelps diventa l’atleta più titolato della storia delle Olimpiadi moderne. A Londra, il nuotatore americano conquista sei medaglie (oro nei 100 metri farfalla, oro nei 200 metri misti, oro nella 4×200 m stile libero, oro nella 4×100 m misti, argento nei 200 metri farfalla e argento nella 4×100 m stile libero), arrivando a un totale di 22 allori olimpici.

Per la quarta volta consecutiva, le tre superpotenze mondiali (Stati Uniti, Cina e Russia) occupano il podio delle nazioni più “medagliate”, ma la Gran Bretagna padrona di casa riesce a strappare ai russi il terzo posto per medaglie d’oro (29 a 23). Con 65 allori totali, il Regno Unito realizza la sua miglior prestazione della storia, dopo quella dell’edizione del 1908, anche quella svoltasi nella stessa capitale inglese (allora 146 medaglie, ma erano altri tempi, e il Paese ospitante presentava un numero di atleti dominante rispetto alle altre nazioni). Se si potevano nutrire speranze per il primato di Bradley Wiggins nel ciclismo e Andy Murray nel tennis, emozionano profondamente le medaglie d’oro di Mohamed Farah (nei 5000 e nei 10000 metri piani) e di Jessica Ennis (nell’eptathlon). L’atletica regalerà sei medaglie al Regno Unito, meno solo del canotaggio (nove, tra cui l’oro nel 2 di coppia di Anna Watkins e Katherine Grainger, che a 36 anni riesce ad arrivare all’alloro più prestigioso dopo tre argenti a Sydney, Atene e Pechino) e del ciclismo (dodici, con Chris Hoy e Victoria Pendleton che dominano il keirin maschile e femminile, mentre Jason Kenny trionfa nella gara di velocità maschile).

A Londra, tante nazioni salgono per la prima volta sul podio. Stati a lungo attraversati da laceranti guerre interne, altri nel bel mezzo di rovinose crisi economiche, dimenticano i dissidi interni e riversano nei Giochi Olimpici un profondo sentimento nazionalista, celebrando per le strade la conquista di una storica prima medaglia per il proprio Paese. Un 19enne Kirani James regala a Grenada, isola caraibica da 100mila abitanti, l’oro nei 400 metri piani. Anche il Bahrein festeggia grazie all’atletica, con il bronzo di Maryam Yusuf Jamal nei 1500 metri piani, così come il Botswana grazie alle falcate di Nigel Amos negli 800 metri (argento), e il Guatemala, per merito del marciatore Erick Barrondo (argento nei 20 km). Primo alloro anche per Cipro, grazie all’argento del velista Pavlos Kontides, e per il Gabon, con l’argento di Anthony Obame nel taekwondo. È invece uno sport di squadra, la pallamano femminile, a far salire il Montenegro sul secondo gradino del podio.

L’Italia chiude al nono posto in classifica nel medagliere, come a Pechino 2008. Il Coni aveva posto come obiettivo 25 medaglie. Alla fine saranno 28, di cui 8 d’oro. Un buon risultato, soprattutto perché maturato nonostante le cocenti delusioni arrivate dal nuoto, uno degli sport su cui erano riposte maggiori speranze. Federica Pellegrini non riesce a difendere l’oro nei 200 metri stile libero, concludendo con un deludente quinto posto e faticando anche nelle altre gare. Anche gli uomini sono protagonisti di prestazioni sottotono, e il tutto è arricchito dalle accese polemiche verbali tra Filippo Magnini e la Federazione. Le maggiori soddisfazioni arrivano dalla scherma. Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali conquistano oro, argento e bronzo nel fioretto individuale. In più, insieme a Ilaria Salvatori, compongono il quartetto che sale sul gradino più alto del podio nella gara a squadre. Gli uomini le emulano, centrando l’oro anche nel fioretto maschile a squadre (Andrea Baldini, Valerio Aspromonte, Andrea Cassarà e Giorgio Avola). Alla fine sono 7 le medaglie provenienti dalla scherma, un quarto delle 28 totali. Tra gli altri primati azzurri, indimenticabile la finale dell’arco a squadre, in cui Marco Galiazzo, Michele Frangilli e Mauro Nespoli superano 219 a 218 gli Stati Uniti, grazie a un 10 finale di Frangilli. Le altre quattro medaglie d’oro portano la firma di Niccolò Campriani nel tiro a segno, di Jessica Rossi nel tiro a volo (con annesso record mondiale, 99 piattelli colpiti su 100), di Daniele Molmenti nello slalom in kayak e di Carlo Molfetta nel taekwondo.

Col racconto di Londra 2012, termina il nostro viaggio dentro le Olimpiadi del passato. Abbiamo ripercorso 116 anni di storia, sportiva e non. Abbiamo riesumato le imprese di semplici atleti, divenuti leggende immortali dopo la partecipazione ai Giochi. Ma è ora di immergersi nel presente. Le Olimpiadi di Rio sono alle porte. E noi non vediamo l’ora di raccontarvele.

SportFace